venerdì 3 maggio 2013

24. LETTERA DI ANTONIO LOMBARDI A MARIA MARIOTTI di REGGIO CAL.


Antonio col nipote sulla terrazza di casa

Lettera inviata da Antonio Lombardi a Maria Mariotti, di Reggio Calabria, responsabile dei giovani laureati (FUCI).
Catanzaro, 22 dicembre 1948
        Gent.ma Signorina,
     Le son proprio grato della sua. Vedo in lei un'anima eletta, che nobilmente persegue il suo compito, in mezzo a tante difficoltà. Cercherò di fare del mio meglio per aiutarla nel suo intento, pur rimanendo al di fuori di ogni organizzazione.
Ho parlato con Don Ajello, assistente dei laureati, del movimento e di quanto lei mi scrive. Dopo le feste si cercherà di fare qualcosa sul movimento secondo il suo indirizzo e con impegno. Le manderò fra qualche giorno le due tracce di recensioni, desiderando che ne prenda visione anche Don Ajello.
In quanto al convegno di Roma, vorrei esserci e forse ci sarò, ma non ne sono certo.
Il mio pensiero sui laureati è sempre quello, cioè il suo, che si debba costituire (dapprima almeno) un piccolo, ma coraggioso, costante, saldo nucleo di 7 o 8 associati; questo penso che sia possibile riunire. E penso che il compito principale, se non unico, dei laureati, sia, in questo momento, quello di ristabilire i valori della cultura, che sono quelli della verità, del disinteresse, dell'idealità tanto in basso caduta.
     Anche sul campo religioso, la cultura è in grandissima crisi, giacché il senso della vita immediata, pratica, passionale sommerge anche le nobili aspirazioni della religione. Io penserei appunto a qualche opera di cultura, d’importanza sociale, o a un insieme di opere da iniziare e promuovere, per combattere la nostra battaglia di fede, al di sopra dei nostri particolari interessi o delle nostre piccole vanità, per elevare i giovani, per quanto è da noi, su questo piano di disinteressata superiorità. Inoltre si potrebbe andare, nel contempo, incontro ai reali bisogni dell'Italia e della Calabria nostra. Potremmo riunire le nostre forze per formare una rivista calabrese di nascita, ma di interesse più largo, una rivista che avesse quello che forse manca a quasi tutte le riviste d'Italia, vale a dire il senso vero e proprio della cultura, dell'universalità, aprendola agli spiriti più eletti d'Italia, per raccogliere quasi la profonda anima del nostro secolo, e presentarla ai giovani, perché vi si riconoscano e l'amino.
     Oltre alla rivista, bisognerebbe creare circoli di cultura, altre pubblicazioni, biblioteche, altre forme di comunione spirituale e culturale. E’ ciò, penso, la cosa che sarebbe maggiormente utile ai nostri tempi, utile per tutti e per tutti rispetti. È questione assai difficile, questione soprattutto di volontà e di organizzazione. Naturalmente noi non potremmo cominciare che dal piccolo, ma sempre con grande e larga aspirazione.
Colgo l'occasione per fare gli auguri cordialissimi per il Natale. Mi creda.
                                                             Devmo. Antonio Lombardi

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